Non si venga ancora a dire che a circa cinquant’anni dallo scioglimento dei Beatles, il nome e l’immagine di Yoko Ono provoca rabbia, rancore o ancor peggio disgusto per la clamorosa rottura del quartetto, ingiustamente a lei addebitato.
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È una cosa che si sta smorzando del tutto anche perché oramai l’ex Signora Lennon, con i suoi raid nel mondo del pop-rock – squisito l’album Yes I’am a Witch di due anni orsono – ha dato modo di farsi notare egregiamente per le sue doti vocali e per uno stravagario d’arte d’avanguardia maxima, e visto che la critica e le classifiche le danno l’ok, l’ artista giapponese riesuma il marchio della Plastic Ono Band – quella di Istant Karma, Give Peace A Change e Power To The People – e sforna un nuovo lavoro: Beetween my head and the sky.
Prodotto dal figlio Sean e con illustri ospiti nelle tracce come Yuka Honda dei Cibomatto, Cornelius ed Erik Friedlander, l’album registrato e composto in appena sei giorni, è una performance di 15 tracce che emanano magnetismo e astrattismo minimale come del resto il suo movimento filosofico Fluxus, un teatro d’avanguardia intellettuale che miscelato con un gustoso seltz pop di urletti, isterismi e poesia off, dà una risulta accattivante e tosta.

Between My Head and the Sky
I testi sono spesso inventati lì sul momento, con un movimento ora caotico ora plastificato; sonorizzazioni e schizzi free irradiano il registrato di allucinazioni e spontaneità calibrate Moving mountain, il sitar Harrisoniano che da il via a Calling, il mid tempo di una tromba smooth jazz che serpeggia in Hashire, hashire o l’elettro-funk che ritma The sun is down!.
Un disco concettuale? Più che altro diremmo un prodotto scaturito dall’inesauribile vena che non conosce limiti nel “pionierizzare” e che non concepisce di circoscrivere l’arte in una scatola chiusa; musica, movimento, pensiero e azione uniti e non scissi comunque fanno suono, basta ascoltare il free-style poetico di I’am alive dove il violoncello dadaista di Friedlander amoreggia con lo psycho-pop iper-elettronico di Cornelius, o l’esanguità di versetti da bambina che la Ono sminuzza in Ask the elephant!.
Lontano dalle marce e gli inni pacifisti e dai bed-in di protesta, Yoko Ono e la sua rinata Plastic Ono Band salutano la rinascita alle propaggini raggiunte della terza età con un animo indomito e una temperanza giovane e sempre da scoprire, e questo nuovo disco ne è una conferma solida e incastrabile.
Elenco Tracce
- Waiting for the D train
- The sun is down!
- Ask the elephant!
- Memory of footsteps
- Moving mountains
- Calling
- Healing
- Hashire, hashire
- Beetween my head and the sky
- Feel the sand
- Watching the rain
- Unon. to
- I’m going away smiling
- Higa Noboru
- I’am alive
Etichetta: Chimera Music
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